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DIRITTI UMANI NON SOLO PAROLE


Pubblichiamo la lettera di Don Carlo Zaccaro

LA FEDE DI AGATA SMERALDA
E LE RISORSE DELLA CARITÀ.



    1) Il sette dicembre 2009 nella saletta Annigoni del Convento di San Marco è avvenuto un fatto da non passare sotto silenzio (anche se il silenzio è il liquido amniotico della carità) per la potenzialità del suo significato che non deve essere assolutamente archiviato.
      Il fatto è questo.
      Il Presidente di Agata Smeralda, prof. Mauro Barsi, quasi avesse preso ispirazione dalla preghiera presso la tomba del Servo di Dio, Prof. Giorgio La  Pira, ha consegnato alla dottoressa internista Suor Enza Ferrara un ecodoppler a colori da collocarsi a Scutari nell’ambulatorio cardiopediatrico della Missione in Scutari della Opera Madonnina del Grappa gestito, con una professionalità di alto profilo tecnologico-scientifico, dalla dottoressa cardiopediatrica Arketa Pllumi e dedicato alla benedetta memoria di Annalena Zoli.
     Ne parliamo non per sottolineare un’ondata di enfatica compiacenza tale da sembrare volesse sommergere il genuino spirito di Agata Smeralda, come ha voluto preliminarmente affermare il Presidente Mauro Barsi, ma per evitare il rischio che ad una lettura affrettata e superficiale dell’episodio, il dono dell’ecodoppler rivesta lo statuto di figlio illegittimo, quasi configurasse una sorta di sviamento dal fine istituzionale di Agata Smeralda. Essa, infatti, come tutti sanno, è nata dalla costola del Movimento per la vita con l’intento di far sentire prossimo,negli anni più deboli del suo arco esistenziale il fanciullo disperso nel mondo, per mezzo dell’umile, ma efficace sostegno  concesso “dall’adozione a distanza”.
     Non è così. La realtà è che questo fatto costituisce un salto qualitativo nell’interpretazione delle risposte da darsi ai bisogni finalmente-almeno sulla carta- trasformatisi in diritti (sono sessanta gli anni dalla proclamazione dell’ONU)- del fanciullo, tra i quali, e non di certo secondario, il diritto alla vita che si accompagna con il diritto alla tutela della sua piena salute.
     Agata Smeralda ha voluto dimostrare con questo dono che la fede diventa soteriologico fermento di cultura. Irriducibile alla cultura, la fede la giudica e la mette in crisi. Ma la mette in crisi per salvarla dalle strumentalizzazioni del potere e mantenerne la caratura assiologica, cioè di veicolo apportatore di valori per l’uomo, per la sua dignità di creatura uscita dalle mani di Dio. 

     2) È stato molto bene scritto: ”La fede s’introduce nella cultura come elemento critico-dinamico che giudica le varie forme della cultura secondo il criterio del Cristo e del mistero pasquale e sollecita le varie forme di cultura a quella conversione in forza della quale esse possono divenire veicoli di salvezza” (Giuseppe Cristaldi, una cultura genuina, in “Invito ad una scelta”, Coines ed.Roma) (p.181.2)
     Provo ad indicare due motivazioni, l’una interna all’altra, a conferma di quanto detto. Bisogna, prima di tutto, pensare che l’esperienza cristiana è un’esperienza di comunione. Come ci ricorda anche la “Gaudium et Spes” (n.12) Dio “non creò l’uomo lasciandolo solo: fin da principio uomo e donna li creò” (Gen.27) La coppia, non l’uomo solo è l’autentica icona di Dio e la nuzialità della coppia costituisce la prima elementare e più nobile forma di comunione di persone. “L’uomo, infatti, recita ancora la Gaudium et Spes, per sua natura è un essere sociale e senza il rapporto con gli altri non può vivere, né esplicare le sue doti.
     Proprio in questo intimo nucleo comunionale, la famiglia, un organismo il cui bene comune è divinitius, superiore, cioè, al bene privato dei singoli che lo compongono, il nato individuo si fa persona e attraverso il variegato pluralismo dei corpi intermedi (scuola, azienda, associazioni) entra a far parte di realtà comunionali sempre più ampie e complesse fino a comprendere i popoli e le nazioni.

    3) Certo, questo cammino ascensionale ha bisogno di essere sostenuto da testimoni, (il mondo ha più bisogno di testimoni che di maestri: così Paolo VI) pellegrini dell’Assoluto, secondo la bella espressione di Leon Bloy, capaci di portare sulle loro spalle il non lieve peso di una bisaccia colma di pane spezzato per sfamare i fratelli, ricercatori nomadi, sperduti nel deserto di speranze fallite, ricongiunti dalla fulminante grazia del Signore nella via della verità e della vita.
     Comincio a citarli, guardando la fotografia, da destra a sinistra:
     Carlo Casini, eurodeputato della terza legislatura, Presidente della Commissione Affari Costituzionali dell’U.E. già magistrato, Presidente del “Movimento per la vita italiano”;
      Mauro Barsi, insegnante, Presidente di Agata Smeralda, fondatore del Centro Missionario della Diocesi fiorentina;
     Un sacerdote di Don Facibeni rappresentante la Missione Albania dell’Opera Madonnina del Grappa in Scutari;
     Suor Enza Ferrara, medico internista, responsabile dell’ambulatorio dove è stato collocato l’ecodoppler, da 16 anni dedita in città ed in montagna alla cura dei malati poveri;
     Arketa Pllumi, cardiopediatra albanese, con master conseguito presso l’Istituto Superiore S. Anna dell’Università di Pisa, specializzata nelle cardiopatie congenite, consultata dai cardiologi dell’intera Albania e paesi confinanti (Montenegro e Kossovo);
     Sac. Renzo Rossi, missionario che ha speso e messo a rischio più volte la sua vita per l’assistenza ai prigionieri politici della dittatura militare in Brasile-ne è uscito anche un libro- dopo i trenta anni di missione in Brasile ed un anno di parroco a S. Michelino nella chiesa di Don Bensi- ha trascorso quattro anni ad insegnare teologia biblica in Mozambico ed attualmente è ad interim alle “Piagge”;
     Mon.Olfier Wieslaw, sacerdote d’origine polacca, incardinato nella Diocesi di Firenze. Ha lasciato la carriera diplomatica dell’Accademia Pontificia per svolgere la sua attività pastorale nella Parrocchia di S. Giovanni Evangelista in Empoli, costruita dall’Opera Madonnina del Grappa e fondata da un suo sacerdote, Don Nello Pecchioli;
     Infine l’ombra di Pietro, il Vescovo S.Ecc. Mon. Franco Croci che ha commentato la benedizione del dono con brevi ma illuminate parole.
     Nella saletta gremita di gente, i presenti hanno sentito parlare ognuna delle persone qui presentate a cominciare dal Presidente, Prof. Mauro Barsi, che ha illustrato con parresìa il significato della cerimonia.
     È stata particolarmente applaudita Suor Enza Ferrara che dopo la sua vibrante esposizione ha lasciato la parola alla dottoressa Arketa Pllumi. Essa, con elegante semplicità, ha informato gli attenti ascoltatori dei risultati ottenuti in dieci anni d’impegno professionale. Da quando è mamma di Toni e Annateresa (il nome della piccola figlia vuol ricordare congiuntamente Annalena e Maria Teresa, le due sorelle Zoli che ha profondamente stimato ed amato) ha dichiarato con materno candore che l’approccio ai bambini le procura da una parte più sofferenza, ma anche le dona più gioia per le vittorie conseguite sul male debellato. 
     Con la preziosa collaborazione del cardiochirurgo Dott Murzi dell’O.P.A. di Massa Carrara, con il quale in questi anni si è stabilito un vero reciproco rapporto di stima e di fiducia, e con gli interventi del Dottor Stefano Marianeschi dell’Ospedale Niguarda di Milano, impegnato per sette operazioni l’anno, avendo l’ausilio della “Don Gnocchi” per la riabilitazione, a cui va aggiunto l’apporto prestigioso del Prof. Gargiulo di Bologna, è stata salvata la vita a 225 bambini/e ed inoltre prediagnosticati otto feti come portatori di cardiopatie congenite.

     4) Non è mancato da parte dei destinatari del dono, presenti anche in nome e per conto della popolazione scutarina, il dovuto ringraziamento alla Regione Toscana, alla cerimonia nella saletta Annigoni, rappresentata dall’Assessore Gianni Salvatori.
     Ci si potrebbe legittimamente domandare, arrivati a questo punto, come sia potuto avvenire tutto questo.
     Penso che si possano dare due risposte: la prima di carattere formale, una semplice cronaca quasi notarile di quel che si è verificato; la seconda, più impegnata, di carattere ermeneutico storico spirituale.
     Riguardo alla prima risposta bisogna dire che fin dall’assessorato del dott. Paolo Bernabei, è toccante ancora il ricordo della morte prematura di un nostro figliolo, rag. Bruno Tinacci che lo coadiuvava, anche per la sollecitazione del dott. Marco Evi Martinucci, la Regione Toscana si era assunta l’onere delle spese dell’ospedalità dei minori albanesi, lasciando quello dell’ospitalità all’Opera Madonnina del Grappa.
     Successivamente la convenzione ebbe il cordiale appoggio dell’assessore prof. Massimo Toschi sempre molto partecipe alle iniziative di solidarietà internazionali e quindi anche a quelle di Scutari. Così la convenzione poté essere ampliata e con un vero salto qualitativo, aggiungere un protocollo d’intesa che prevedeva l’accordo tra la Regione Toscana nella persona del dott. Rossi con l’Università di Firenze che delegava il prof. Giulio Casotti ad istituire un corso di laurea breve per fisioterapisti nell’Università di Scutari con docenti fiorentini. In questo anno 2010 per la prima volta nell’Università scutarina potranno essere consegnati ai meritevoli i diplomi di laurea.                         (continua...)

 


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