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Il Consiglio Nazionale del Notariato, forte dell’esperienza sul campo e della quotidiana vicinanza ai cittadini attraverso il contatto dei notai con le persone che si rivolgono loro con problemi ed istanze non teoriche ma concretamente calate nella realtà della vita comune, ha presentato alle forze politiche un progetto per una nuova legge che regolamenti in maniera organica i patti di convivenza.
La proposta del notariato non propone l’allargamento «sic et simpliciter» del concetto di famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna ad altre forme di convivenza e si muove nell’ambito dell’articolo 2 della Costituzione, istituendo il «patto di convivenza» quale soluzione privatistica a cui chiunque può liberamente ricorrere per pianificare consapevolmente la propria sfera personale di interessi.
Il punto centrale della disciplina è quindi un contratto, contratto che ha per oggetto la disciplina dei rapporti patrimoniali relativi ad una vita in comune, e non il riconoscimento automatico di diritti e doveri derivanti da una situazione di fatto, quale è la semplice convivenza. Si vuole riconoscere quindi la libertà di autodeterminazione della volontà delle parti perché non si ritiene corretta l’imposizione dall’alto di un modello organizzativo di convivenza a chi, avendo ripudiato l’idea del matrimonio, desideri soltanto convivere, senza farne derivare necessariamente ed ipso iure diritti e obblighi. Ai fini della conoscibilità si prevede anche l’istituzione di un Registro Unico nazionale dei patti di convivenza.
(segue)

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